Attività ambulatoriale multidisciplinare per l’approfondimento dei pazienti con altre comorbidità oltre alla rinite.

LA RINITE

Per rinite si intende qualsiasi infiammazione della mucosa che riveste le cavità nasali. Esistono diversi tipi di rinite, classificati a seconda della causa e del meccanismo sottostante:

  • allergica (rinocongiuntivite)
  • infettiva (virale, batterica, fungina),
  • da agenti chimici/fisici/irritanti (ad es. di origine professionale),
  • non allergica “cellulare” o “vasomotoria” (NARES, NARNE, NARMA, NARESMA)
  • iperplastica (poliposi e polipo antro-coanale)
  • meccanica (poliposi, deviazione settale, ipertrofia dei turbinati)
  • atrofica (senile, rinite da vasocostrittori, cocaina)
  • granulomatosa (sarcoidosi, M. di Wegener)
  • neuro-endocrina (ipotiroidismo, gravidanza, sindrome premestruale, gustatoria)
  • tumorale (papilloma invertito, condroma, angioma ecc.)

Tra queste la forma in assoluto più frequente è la RINITE ALLERGICA, che colpisce il 15-20% della popolazione generale e, anche se non pericolosa, compromette la qualità di vita dei pazienti. Si manifesta con sintomi simili a quelli del comune raffreddore: rinorrea (naso che cola), prurito al naso, starnutazione (spesso starnuti in serie), ostruzione nasale. Spesso sono associati anche sintomi oculari, per cui si parla di “rinocongiuntivite”: iperemia congiuntivale (occhi rossi), lacrimazione, prurito oculare. La rinite allergica si può classificare in “intermittente” o “persistente” a seconda della durata dei sintomi ed in “lieve” o “moderata-grave” a seconda della gravità dei sintomi che limitano la vita quotidiana del paziente.

L’innesco della reazione allergica è dovuto al contatto con allergeni presenti nell’ambiente, come ad esempio pollini, acari della polvere, peli di animali, spore di funghi o muffe. Nel soggetto sano queste sostanze, essendo innocue e ubiquitarie, non provocano alcun tipo di reazione, mentre nel paziente allergico attivano il sistema immunitario in modo anomalo, innescando la reazione allergica. Questa consiste nella produzione di anticorpi IgE, l’attivazione dei mastociti e il conseguente rilascio di istamina, una sostanza che provoca vasodilatazione (ostruzione nasale), aumento della permeabilità capillare (rinorrea) e stimolazione delle terminazioni nervose (starnuti e prurito).

La diagnosi di rinite allergica è essenzialmente clinica e viene formulata dallo specialista in Allergologia. La diagnosi eziologica viene poi confermata da test che indicherà il medico:

  • Skin Prick Test: piccole quantità dell’allergene purificato vengono applicate sulla cute, solitamente dell’avambraccio, e viene osservata la reazione (pomfo).
  • RAST: ricerca sul siero (prelievo di sangue) di IgE specifiche responsabili della reazione allergica.

È importante ricordare che la rinite allergica persistente si associa in circa il 30% dei casi all’asma, per cui se è presente un sospetto clinico è indicata anche l’esecuzione di una spirometria.

Per la prevenzione della rinite allergica si possono adottare in primo luogo delle misure volte ad evitare il contatto con gli allergeni. Per gli allergeni pollinici ovviamente questo non è praticabile, mentre per ridurre il carico allergenico degli acari della polvere è consigliabile la pulizia frequente degli ambienti domestici (in particolare letti, biancheria, divani, poltrone, tende, condizionatori ecc.), l’utilizzo di coprimaterassi e copricuscini anti-acaro, e l’allontanamento di tende, tappeti e peluche. Lo stesso vale per gli animali domestici nei pazienti allergici al pelo di animale. Importante è inoltre evitare nel modo più assoluto il fumo.

Il trattamento della rinite allergica si basa sull’utilizzo di vari farmaci con diversi meccanismi d’azione, che possono essere tra loro associati a seconda della durata e gravità dei sintomi:

  • Antistaminici: farmaci di prima scelta, si possono assumere per via orale oppure in forma di spray nasale. Sono molto utili nell’alleviare i sintomi della rinite allergica.
  • Corticosteroide nasale: anche questo di prima scelta, ma preferito nelle forme persistenti o con sintomi moderati-gravi, in quanto riduce l’infiammazione. Utile anche per migliorare la congestione nasale.
  • Cromoni: utilizzati in particolari condizioni, quale ad esempio la gravidanza.
  • Antileucotrieni: utili se coesiste l’asma.
  • Anticolinergici: utili se la rinorrea è il sintomo prevalente.
  • Vasocostrittori adrenergici: utili nel risolvere l’ostruzione ma hanno un importante effetto rebound e se usati a lungo possono causare la “rinite medicamentosa”, pertanto vanno utilizzati solo come terapia di attacco.
  • Immunoterapia: è una terapia desensibilizzante, cioè consiste nel somministrare dosi crescenti dell’allergene fino ad “allenare” il sistema immunitario a non rispondere più in maniera anomala quando viene a contatto con l’allergene stesso. Questa terapia provoca la riduzione dei sintomi a lungo termine. Può essere somministrata per via sottocutanea o per via sublinguale.

La scelta del tipo di farmaco, la dose e la modalità di assunzione devono essere indicate dal medico.

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